Storia del Lungomare di Reggio Calabria
Il Lungomare di Reggio venne realizzato a partire dal 1785, sotto la corona dei Borboni del Regno di Napoli, sul piano regolatore di Giovambattista Mori (1784) a sèguito del devastante terremoto avvenuto nei primi mesi del 1783. Il nuovo piano modificava il tipico aspetto tortuoso della città medievale prevedendo una maglia stradale a vie rette, ortogonali tra loro, parallele alla linea di costa. Sul finire del XIX secolo nella parte meridionale del lungomare lungo il caseggiato detto Real Palazzina trovava luogo il Museo Civico “Domenico Spanò Bolani”.
Durante l’epoca sabauda il Lungomare venne purtroppo deturpato dalla costruzione della strada ferrata, entrata in attività nel 1866, che si pose come una separazione tra la carreggiata stradale e la linea di costa. Agli estremi meriodionale e settentrionale del lungomare vennero realizzate due stazioni ferroviare (Reggio Centrale e Reggio Lido).
Nel Dicembre del 1908 la città venne nuovamente distrutta da un fortissimo sisma. Il piano regolatore di Pietro De Nava (1911) previde il prolungamento del tessuto urbanistico precedente lungo l’asse nord-sud; il lungomare venne ampliato e, per rispetto alle nuove norme che tentavano di limitare i potenziali danni di terremoti e maremoti, venne realizzato in due arterie (tra le prime strade in Italia ad essere pavimentate in mattonelle d’asfalto) separate da una parte centrale adibita a giardini arricchita con alberi monumentali di provenienza tropicale – come i Ficus Macrophylla – che divenne ben presto un vero e proprio ortobotanico a cielo aperto. Con le opere di costruzione del nuovo lungomare vennero riportate alla luce alcuni siti d’interesse archeologico in precedenza scoperti ma sepolti; si tratta di: una piccola area tombale di epoca greca; parte delle mura di recinzione della città in epoca ellenica, del V secolo a.C; parte di uno degli otto impianti termali esistenti in città in epoca romana imperiale, del II secolo d.C.
Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 si decise di interrare un lungo tratto della ferrovia passante per il Lungomare per rimarginare quella ferita tra la città e il mare aperta 100 anni prima. Finalmente tra il 1999 ed il 2000 iniziarono i lavori di ristrutturazione del Lungomare, che previdero la costruzione di un’arena-teatro all’aperto, adibita a concerti durante la stagione calda, la risistemazione di lampioni similari agli originali (che erano stati venduti ad un Comune francese), di un cippo marmoreo che era stato costruito nel 1932 e della pavimentazione, nonché il recupero della ringhiera in ferro battuto in stile Liberty.
Oggi il Lungomare prevede, oltre alla carreggiata superiore ed inferiore ed alla frangia dell’ortobotanico inframmezzata a queste due, un’ampia passeggiata a livello della città ed una seconda passeggiata a livello della spiaggia, che durante la stagione estiva viene adibita a zona di svago, con presenza di locali da ballo all’aperto o fiere temporanee.
A metà del Novecento il Lungomare di Reggio venne definito dal giornalista Nando Martellini, citando erroneamente o scherzosamente Gabriele D’Annunzio, come “Il Più Bel Kilometro d’Italia”.
articolo pubblicato dal Touring Club Italiano